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MCA, il nuovo Rettorato di Roma Tre: un’icona di sostenibilità e innovazione architettonica

23 maggio 2024

Il nuovo complesso universitario sulla via Ostiense disegna una porzione di un’area urbana caratterizzata da fattori ambientali e sociali unici, in una realtà in continua trasformazione e aggiornamento.

 

di Nora Santonastaso

 


Il progetto della nuova sede del Rettorato di Roma Tre porta la firma dello studio Mario Cucinella Architects. Immagine © Università degli Studi Roma Tre


Sono passati quasi tre anni dall’inaugurazione e ancora, a passarci davanti in auto percorrendo la via Ostiense, la nuova sede del Rettorato di Roma Tre si mostra agli occhi e alla luce come un insolito e colorato inserto in quest’area della città, caratterizzata dalla fitta preesistenza di architetture ex-industriali e da un instancabile continuo fermento di trasformazione, adeguamento e rifunzionalizzazione.

 

Il nuovo complesso edilizio, progettato dallo studio Mario Cucinella Architects e aperto dal 4 ottobre 2021, raccoglie tre torri a pianta ellittica, una piazza e un giardino a quota rialzata in un viluppo di facciate semitrasparenti che, grazie allo snodarsi di una serie di elementi verticali lineari, articola in più momenti spazi permeabili e impermeabili, connessi a una quota superiore da un tessuto interstiziale perfettamente planare, leggibile nella sua complessità solo alla vista privilegiata di un drone o di un gabbiano in volo sulle acque del vicino Tevere.

 


Visto dall’alto, il complesso edilizio evidenzia la sua composizione: tre torri a pianta ellittica e un tessuto connettivo interstiziale inframmezzato dal verde. Immagine © Moreno Maggi


Le linee sinuose e l’estesa presenza del vetro conferiscono all’architettura un’impronta di leggerezza e trasparenza, instaurando allo stesso tempo un dialogo armonioso con l’ambiente circostante; dialogo che non è solo visivo, di superficie, ma più profondo e significante, perché legato a esigenze e prestazioni in linea con le più moderne istanze della sostenibilità e dell’attenzione all’uso consapevole delle risorse naturali.

 

La struttura delle facciate delle tre torri svolge infatti un doppio ruolo: se da una parte disegna i volumi architettonici, dall’altra traduce in realtà una strategia passiva per il raggiungimento di una situazione di comfort indoor riconducibile all’ambito progettuale dell’architettura bioclimatica.

 

In merito a questa disciplina, la ventilazione naturale rappresenta uno strumento chiave per ridurre il consumo energetico dell’edificio, ottimizzando l’uso delle risorse proprie del contesto e riducendo la necessità di avvalersi di sistemi di riscaldamento e raffrescamento meccanici. In questo ambito, l’orientamento dell’edificio e la disposizione delle aperture vetrate deve essere studiato per massimizzare l’illuminazione naturale ma anche per favorire la circolazione dell’aria.

 

La forma stessa degli edifici che compongono il complesso edilizio del Rettorato è stata progettata dallo studio MCA in modo da ottimizzare l’assorbimento e la dissipazione del calore solare, utilizzando dispositivi di ombreggiamento in copertura e verde verticale in facciata.

 


Le facciate, oltre a favorire la ventilazione naturale, dialogano con il paesaggio urbano circostante, favorendo un inserimento armonioso dell’architettura nel contesto. Immagine © Moreno Maggi


La strategia della ventilazione naturale è stata inoltre potenziata, in fase di progetto e realizzazione, inserendo materiali ad alta efficienza energetica, prevedendo sistemi di schermatura solare dinamici e integrando gli impianti dell’edificio con dispositivi di controllo automatico della luce e della temperatura. Grazie a questi, l’apertura delle finestre e la movimentazione delle schermature solari varia in base alle condizioni climatiche esterne e all’obiettivo di comfort progettato per la funzione specifica assolta dall’edificio.

 

Infine, le facciate delle tre torri che compongono il complesso del Rettorato dialogano con l’ambiente circostante non solo nel modo nascosto e silenzioso di cui abbiamo parlato finora e che riguarda aspetti puramente tecnici. C’è infatti un legame ancora più profondo, che mette insieme le forme e le texture degli elementi architettonici con i caratteri del paesaggio urbano e trasforma il tutto in qualcosa di nuovo, anche un po’ inaspettato.

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