La nuova tendenza in ambito di bioedilizia è certamente rappresentata dalla realizzazione delle case in paglia, un materiale completamente naturale che permette la realizzazione di strutture che danno comfort ambientale totale.
Dopo il precedente articolo (v. newsletter marzo 2023) dedicato all’edilizia in canapa, andremo ad esplorare questo nuovo ambito di progettazione green, che si basa sull’intera sostenibilità del ciclo di vita dell’edificio.
di Carlo Ragaglini
Immagini interne della casa realizzata. Immagine © Carlo Ragaglini
L’edificio che andremo a presentare è una casa – agriturismo nella campagna della Sabina realizzata lo scorso anno e commissionata da Valentina e Salvatore, una coppia di giovani agricoltori che hanno deciso di realizzare un edificio completamente sostenibile all’interno dei terreni che coltivano direttamente, tra piccoli animali e la cura di erbe selvatiche con cui realizzano prodotti interamente naturali. Nell’intraprendere questo percorso hanno deciso di estenderlo alla stessa edificazione, pertanto hanno scelto di realizzare un edificio in legno, paglia e terra cruda, ovvero dei materiali interamente naturali con i quali è possibile realizzare intere case.
“La scelta ci è sembrata la più giusta e ponderata , amiamo pensare che un giorno, quando non sarà magari più necessaria questa casa, essa potrà essere completamente riassorbita dalla natura che ci circonda senza lasciare residui che dovranno essere riciclati o bonificati”.
Posa della paglia all’interno delle strutture portanti dell’edificio. Immagine © Valentina Petrioli (Agriturismo I semplici e le selvatiche)
La casa porta la firma dell’arch. Carlo Pescatori, coadiuvato per la consulenza olistica dall’ingegnere Laura Raduta, che da anni si occupa di bioedilizia, anche attraverso un blog su internet (Ristrutturare naturale con Laura Raduta), in esso ci si prefigge di avvicinare la figura del tecnico a quella dell’artigiano manifatturiere. Risultato di questo lavoro sono edifici interamente bio-sostenibili, come questa piccola casa in cui ogni dettaglio è stato pensato per poter essere valido dal punto di vista estetico, ma allo stesso tempo teso alla completa bio-sostenibilità di ogni parte dell’edificato.
La struttura dell’edificio è interamente in legno, le tamponature dei muri esterni e della copertura sono realizzate attraverso la tecnica del c.d. Load Bering, che si basa su pannelli ad intelaiatura in legno, con assi di controventatura, e il totale riempimento con balle in paglia, dello stesso tipo di quelle che venivano utilizzate in agricoltura, l’unica accortezza è rappresentata dal controllo della loro pressatura, fatta attraverso dei dinamometri che valutano la pressione a cui le balle vengono sottoposte in fase di posa.
L’effetto di finitura finale sui muri verticali si ottiene posando uno strato in cannucciato dove viene posato un intonaco in terra cruda; questo permette di avere la completa sostenibilità dell’intero ciclo di lavorazioni della casa. Infatti si evitano completamente usi di premiscelati e altri composti derivati dall’industria chimica. Tutta la casa è interamente ecologica, con rese di tenuta termica e di coibentazione analoghe ad edifici realizzati con altre tecniche.
Dal punto di vista progettuale, il living creato è basato su un effetto molto minimal, dove la casa si rende semplice attraverso l’uso del legno e i rivestimenti che sono in contrapposizione alle essenze legnose, puntando su colori tenui del grigio, atti ad esaltare i toni caldi del legno naturale.
Dettagli costruttivi. Immagine © Carlo Ragaglini
L’edificio di Pescatori cerca di capire lo spirito che ha animato la realizzazione di questo edificio. “Volevamo una casa interamente naturale”, ci spiega l’architetto Pescatori, “come una testimonianza fattiva che fosse in simbiosi con l’ambiente dove essa sarebbe stata realizzata, con materiali che provenissero dagli stessi luoghi, un grande terreno completamente immerso nella natura, distante dai centri abitati e da qualunque altro edificio costruito con tecniche tradizionali. In queste terre sono stati realizzati dai contadini prima di noi soltanto piccoli stalli per il bestiame, costruzioni semplici fatte con calce e pietre, legno e terracotta. Paradossalmente alcuni di questi edifici oggi sono anche scomparsi senza lasciare traccia di sé, proprio perché realizzati con materiali completamente naturali. È a quella filosofia che ci siamo voluti rapportare, ma con un fare che fosse allo stesso tempo contemporaneo, della nostra epoca. Crediamo di aver fatto un buon lavoro”.
Laura Raduta è un ingegnere, nella sua pagina Facebook traccia un piccolo ritratto di sé: “Ho una formazione da ingegnere, ma il lavoro che sto facendo da qualche anno a questa parte è qualcosa di diverso, per me di più completo. Mi piace moltissimo il lavoro da intonacatore con la tecnica del cocciopesto (intonaco naturale in calce impermeabile) e con la terra cruda. Sono i lavori manuali che mi rendono più felice in assoluto. Ma dopo diversi anni di esperienza nel settore edilizio mi sono resa conto che quello che manca è una figura intermedia tra il tecnico progettista e il Counselor. Una figura che si interfaccia con il linguaggio dei tecnici che spesso non hanno tempo e modo di tradurlo ai committenti e i desiderata di questi ultimi. Qualcuno che accompagna nelle scelte e nell’affrontare con più serenità possibile le moltissime fasi e questioni che si pongono in una ristrutturazione di un immobile”.
Casa in paglia. Immagine © Valentina Petrioli (Agriturismo I semplici e le selvatiche)
In pratica l’architettura delle case in paglia apre ad uno scenario nuovo, nel quale si vanno a configurare nuove maestranze ed un diverso approccio al tema dell’abitare, fatto di reminiscenze di un tempo, di uso dei materiali locali a km 0, ma anche con la consapevolezza di un futuro che non può che essere quello della ricerca di una vera bio-sostenibilità nei confronti nel nostro ecosistema.
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