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Buoni di natura

20 settembre 2022

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con chi ad ARCHITECT@WORK Milano presenterà GOOD MATERIALS.

 


© Baolab

 

L’edizione 2022 di ARCHITECT@WORK Milano, in calendario per il prossimo 9 e 10 novembre all’Allianz MiCo, si avvicina. Iniziamo a entrare nel vivo del tema della manifestazione per quest’anno – Aria, acqua, terra, fuoco – attraverso una breve intervista alle fondatrici di Baolab, Manuela Bonaiti ed Emma Clerici, che cureranno “Good materials”, un’esposizione di materiali innovativi: non più solo strumenti per il costruire, ma veri e propri elementi attivi nella realizzazione di processi buoni e virtuosi, in grado di avvicinare uomo e natura.

 

 di Nora Santonastaso

 

Il Laboratorio Baolab sviluppa progetti intorno a materiali innovativi che, oltre a configurarsi come proposte sostenibili a più livelli, non mancano di dare risposta alle tendenze. Sono dunque attuali nel senso più pieno e concreto possibile. Pensate che la sostenibilità possa dunque fare tendenza, arricchendo progetti di valori aggiunti non semplicemente legati ai concetti di protezione e valorizzazione delle risorse naturali?

 

Il concetto di sostenibilità ha confini assai vasti e spesse volte estremamente labili. Cosa è più sostenibile tra una materiale bio-based e uno rinnovabile? Se il materiale è molto sostenibile in termini di fonti ma non lo è per nulla il processo per produrlo, come possiamo considerarlo? La sostenibilità è solo rispetto dell’ambiente? È solo un tema ambientale o si può parlare anche di sostenibilità etica o culturale?

 

Al di là di tutte queste domande rimane certo che la sostenibilità sia molto più che una tendenza, è un habitus mentale cui, come progettisti, non possiamo più derogare.

 

Il grande tema che si pone ora è capire quali siano i suoi linguaggi estetici emergenti, come si racconterà nei vari ambiti in cui è presente. L’unica cosa di cui si possa essere ragionevolmente sicuri è che sarà pervasiva, e che proprio per questa sua capillare diffusione, avrà un grande impatto nel nostro panorama domestico.

 


Un ritratto di Manù Bonaiti ed Emma Clerici. “We have big ideas” recita la pagina web dedicata al team di Baolab. © Stefano Babic

 

I nuovi materiali buoni sono potenzialmente estendibili a tutti i settori produttivi? E, nell'architettura e nel design, possiamo avere a che fare con soluzioni virtuose studiate per ogni elemento o processo oppure il campo di applicabilità è ancora limitato? 

Così per come li intendiamo in questi anni, i nuovi materiali buoni sono quelli che più che avere un impatto negativo lungo il loro percorso produttivo e di utilizzo, hanno piuttosto un’influenza positiva, rigenerando risorse come aria e acqua, piuttosto che consumarle.

 

I materiali in commercio che sono in grado di fare questo sono ancora molto rari, spesso sono confinati a laboratori e centri di ricerca rispetto al panorama produttivo e spesso la loro potenzialità applicativa è tuttora scarsa quindi non vedremo nel prossimo futuro un così rapido diffondersi di essi, ma dovremo aspettare ancora qualche anno prima che entrino in maniera trasversale nel nostro vivere quotidiano. Certo, ci sono invece dei materiali che rientrano in questa categoria che invece usiamo da migliaia di anni: il legno, la canapa e il lino per fare qualche esempio.

 


Con sede a Milano e operante a livello internazionale in diversi settori, Baolab è un laboratorio specializzato in design strategico, ricerca e consulenza su materiali innovativi, CMF design e analisi delle tendenze. © Alessandro Pollio

 

Il recupero del legame indissolubile tra uomo e natura, concretizzato in nuove proposte per l'architettura e la costruzione, può portare effetti benefici anche al ripensamento dei processi sottesi al progetto e alla realizzazione, approfondendo il concetto di benessere e rendendolo sempre più vicino e a portata di mano?

 

Anche in questo caso sono più le domande che le risposte. Il vero tema è considerare l’ecosistema in cui viviamo nel suo insieme e nella sua complessità, complessità di cui noi facciamo parte in modo attivo e passivo.

 

Le recenti dichiarazioni del fondatore di Patagonia Yvon Chouinard circa le azioni intraprese dalla sua azienda al fine di tutelare il pianeta rendono bene l’idea di questa interconnessione profonda tra il nostro agire come specie animale e l’ecosistema in cui viviamo, fatto di natura e altre specie animali.

 

Non si tratta solo di recuperare un legame tra uomo e natura per creare benessere, si tratta di comprendere che non c’è alcuna altra alternativa possibile per raggiungere e condividere un benessere diffuso. Sarà una lunga strada.

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